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OPLONTIS - Torre Annunziata
La lussuosa villa di Oplontis a Torre Annunziata, la cui proprietà è stata attribuita alla moglie di Nerone, Poppea, fino al 1960 è stata nascosta dal moderno manto stradale di Torre Annunziata è sta scavata con tecniche relativamente moderne, ed è ora possibile passare da una stanza all'altra ammirando una sequenza straordinaria di affreschi lasciati in situ.
L'ubicazione di Oplontis romana
è nota dalla tavola di Peutinger una copia medievale di una mappa stradale di epoca romana del IV secolo d.C. La sua posizione, a tre miglia da Pompei e sei da Ercolano, è contrassegnata con un quadrato e due torri, il simbolo usato per bagni termali o ville. La posizione esatta del sito lungo la costa non era nota fino a poco tempo fà. Durante dei lavori nel 1830 si riportarono alla luce reperti di epoca romana, ma solo a partire dal 1964 iniziarono scavi sistematici della villa sotto la supervisione delle sovrintendenze di Napoli e Caserta.


Cominciò ad emergere una magnifica Villa ad una profondità di 7 mt. coperta con un strato di 1,8 mt. di lapilli (pietre di piccole dimensioni) e ceneri, e 5 mt. di fango solidificato il cui scavo e restauro continua ancora oggi. La scoperta di un'altra villa vicina nel 1974, ha fatto venire l'idea che questo non era un centro urbano, ma una zona di villeggiatura per ricchi, comprendente vaste ville suburbane per goderne l'isolamento e lusso. In un secondo momento sono stati aggiunti all'ala est il portico sul lato nord, fornendo la caratteristica facciata colonnata così di moda lungo la costa.


Furono portate alla luce più di novanta stanze  molte delle quali con belle pitture parietali. Gli scavi dettagliati dei dodici giardini all'interno e intorno alla villa sono stati effettuati a partire dal 1974 da Wilhelmina Jashemski. Le posizioni originali di piante, aiuole e gli alberi sono state identificate e spesso sono sopravvissute abbastanza prove per riconoscere le singole specie. Sembra probabile che dal secolo I secolo d.C. la Villa fosse di proprietà della ricca famiglia dei Poppei. Altre case di Pompei sono state attribuite a questa ricca famiglia tra cui la Casa del Menandro e la Casa degli Amorini Dorati. Alcuni studiosi avrebbero identificato il proprietario come un membro del clan Poppei - Poppea Sabina, moglie dell'imperatore Nerone - una donna di una rara bellezza, ma dai costumi licenziosi. Fu uccisa dal marito in maniera brutale nel 65 d.C. diversi anni prima che l'eruzione seppellisse la villa nel 79 d.C. Gli ultimi proprietari non erano presenti quando il disastro si è verificato, e non vi sono stati trovati  resti umani. L'edificio era in fase di ristrutturazione, probabilmente a causa dei danni causati dal terremoto del 62 d.C. I mobili erano stati rimossi per custodirli e cataste di materiale da costruzione sono stati scoperti ed erano in attesa di utilizzo. L'illusione della profondità sulle pareti della villa fu data dai pittori attraverso l'uso di edifici e colonne in prospettiva che contribuiscono a dare a creare l’illusione prospettica.
 
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